L'elemento di novità, rispetto alla notizia data il 13 ottobre, è proprio la mano di Duzukov e Delimkhanov. Soggetti noti per la gestione di questo tipo di operazioni.
L'Abdulhakim, che sarebbe stato oggetto delle attenzioni degli uomini di Kadyrov e sulle cui generalità la stampa locale (sia in lingua turca che in inglese) non ha fornito dettagli limitandosi a definirlo dissidente, è il leader dell'ormai defunto Junud Kavkaz. Shishani è da tempo in ritiro in Turchia.
L'aspetto curioso di questa vicenda, è che in Ottobre Ramzan Kadyrov si è recato in visita privata in Turchia assieme al ministro dell'informazione e ad un noto rapper.
Akhmed Dudaev ha mostrato le immagini girate con tanto di date (10-11 ottobre vs 8 ottobre chiusura operazione MIT) dopo che un dissidente ceceno residente in Turchia aveva accusato Kadyrov di essere andato per scatenare uno dei tanti cosiddetti blood feud in cui i ceceni sono impegnati. Il ministro ha ribadito che si trattava di una vacanza e il presidente ceceno ha dichiarato di essersi semplicemente riposato. Ha tenuto a precisare che non c'erano shaitan (persone malefiche) in giro perchè forse erano volati via.
La dissidenza turca in esilio ha fatto ipotesi su operazione orchestrata e messa in scena.
La diaspora cecena è una delle tante realtà straniere con le quali gli apparati di sicurezza devono confrontarsi. E' possibile che questa serie di arresti (Dmitry Peskov ha negato di essere a conoscenza della detenzione di cittadini russi) sia scaturita dalla recente cattura di un emiro di Daesh e dalle manovre per ridimensionare i gruppi impegnati in Siria a contrastare la presenza russa.

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