C'era stata una piccola discussione con il portavoce dal ciuffo ribelle. Alla fine aveva ceduto. La delegazione libica avrebbe incontrato prima il ministro degli esteri. Che poi non era una squadra di alto livello. Il presidente del consiglio presidenziale era a Doha. Così funzionavano le sinergie tra Italia e Qatar. Chiuse gli occhi per un attimo immaginandosi di pendere da un aereo guidato da barbuti a Kabul. Sinergie appunto per modo di dire.
La strategia per difendere i progetti della piscina quella mattina era di togliere i documenti dalle grinfie del capo. Li aveva piazzati sotto il tavolo.
Per il momento l’attenzione del presidente del consiglio era concentrata sul green pass. Si mormorava che volesse applicarlo anche agli animali da compagnia. C’era poco da rilassarsi per la sua agenzia. Una domenica erano stati impegnati in un’esercitazione a piazza Dante. Era dai tempi degli incontri del tortellino che non ne facevano una per bene. Avevano finto una rapina per mettere alla prova le capacità di reazione delle forze dell’ordine. Zero come immaginavano. E d’altra parte non era un caso che i migliori se ne andavano tutti ai servizi.
Diede un’occhiata alle notizie dall’Africa. Un altro dei corpi speciali aveva fatto un golpe. Un pezzo d’uomo. Peccato il cervello. Aveva una moglie europea. Dicevano anche due. Francese e tedesca. Rabbrividì al pensiero del matrimonio con una soldatessa. Addirittura europea.
Il portavoce gli aveva riferito dell’interesse di Lolwa. Aveva fatto parecchie domande. Quella donna lo perseguitava dai tempi in cui era stato in servizio a Doha. Sapeva di piacerle. Trovava esagerata l’insistenza.
Aveva cambiato colore di cravatta. Che non significava che avrebbe cambiato stile e modo di essere.
L’agente di blu vestito sorrise e sospirò.
Non riusciva a immaginarsi diverso da quello che era.
Cinico. Spietato. Custode dei segreti della piscina.
Nel fine settimana sarebbe andato allo zoo di Roma per chiedere se esistono tamponi specifici per i piranha.

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