Lo scorso anno l'avvocato delle famiglie sudanesi annunciò l'intenzione di fare causa al governo emiratino.
Nel frattempo il governo aveva reso noto di essere in trattativa con gli apparati giudiziari emiratini per aprire una specie di indagine congiunta. E il ministro degli esteri aveva messo in chiaro con la controparte libica che i mercenari presenti su suolo libico sono un problema di sicurezza regionale. Cioè il Sudan non vuole riprenderli.
A primavera di quest'anno lo stesso avvocato ha sostenuto di avere individuato i responsabili del reclutamento dei giovani sudanesi ingannati dalla Black Shield con la promessa di un lavoro negli Emirati. Ha citato le nazionalità ma non i nomi.Mohammed Somar Nassouh Ajalyaqin, nel gruppo dirigente di IHG e con un passato in altre aziende riconducibili a Sheikh Tahnoun, sarebbe responsabile delle pressioni esercitate sui contractors collegati a Black Shield per inviare combattenti in Libia.
Il suo nome è stato fatto da un profilo Twitter di una organizzazione per i diritti umani che vanta contatti con gli avvocati delle famiglie sudanesi e con altre organizzazioni intenzionate a chiedere giustizia per l'inganno subito dai giovani sudanesi.

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