mercoledì 19 agosto 2020

In the heart of a Sultan

La macchina burocratica e amministrativa dei Paesi del Golfo è il vero ostacolo alla piena realizzazione delle strategie economiche e sociali messe in atto. Apre le porte alla corruzione.
Il rimpasto reso noto dalla corte omanita nella giornata di ieri, in linea con l'orientamento di altre realtà dell'area, sembra avere il preciso scopo di rendere più fluido l'operato delle varie strutture di governo per fronteggiare al meglio le sfide rese più complesse dal Covid.
Rimane invariata la tendenza a rafforzare la presenza della famiglia.
E' possibile che l'annuncio dell'insediamento del nuovo ministro degli esteri sia stato fatto di proposito all'indomani della telefonata tra Yousuf bin Alawi e la controparte israeliana. Ciò non solo per mandare un segnale a Washington e Abu Dhabi, ma per sottolineare la chiusura di un ciclo e rendere omaggio ad un uomo che è stato la colonna portante della politica estera omanita.
Il lato oscuro dell'era bin Alawi è costituito da quella rete di canali di potere che lui stesso si è costruito negli anni e ha utilizzato per influenzare le dinamiche di palazzo. Con Sayyid Badr Albusaidi certi meccanismi potrebbero estinguersi. In generale al momento non sono previsti cambiamenti della linea seguita in politica estera dal Sultanato.

Foto Omanobserver

Nessun commento:

Posta un commento