Le frange di estrema destra e di estrema sinistra rappresentano dei nostalgici fuori dal mondo e fuori dal tempo che fortunatamente, stando ai servizi d'informazione e sicurezza su cui possiamo contare, possono rappresentare e comportare una condanna morale, ovviamente ogni episodio di violenza riconducibile a estremisti di qualunque colore bloccato, condannato e incarcerato, però se c'è un estremismo per cui io firmo la metà degli atti che firma il ministero dell'interno è l'estremismo di matrice islamica.

From 1950-2004, three countries stand out clearly in this respect: Italy (89 attacks and 162 deaths), France (262 attacks and 89 deaths) and Germany (267 attacks and 51 deaths).
....Researchers group this data into three waves of right-wing terrorist violence: France in the 1960s, Italy in the 1970s and Germany in the 1990s. In these countries, terrorist organisations were responsible for the attacks to a large extent. The groups had a strongly hierarchical structure, and elements of the military elite were often involved, with the intention of establishing authoritarian regimes and neutralising left-wing opposition. The groups were professionally organised, were sometimes several hundred members strong and in some cases maintained contacts with terrorist organisations abroad.
... Various right-wing terrorist groups were active in Italy from the 1960s to the 1980s (the Cold War years), whose principal aim was to reduce support for communist parties and groups. As the Red Brigade terrorists were also active at this time, one striking aspect of this period were the attacks on civilian targets, which were subsequently framed as the actions of left-wing extremist groups, so-called ‘false-flag’ operations. During these ‘Years of Lead’ (1969-1985), over 15,000 attacks were carried out in Italy by parties on both sides of the political spectrum, resulting in over 400 fatalities.
Dutch National Coordinator for Security and Counterterrorism
...panorama dell’ultradestra che, caratterizzatosi per una pronunciata vitalità, ha riproposto, specie con riguardo alle formazioni più strutturate, alcune consolidate linee di tendenza: competizioni “egemoniche” e fluidità di rapporti, interesse ad accreditarsi sulla scena politica mantenendo uno stretto ancoraggio alla “base”, propensione ad intensificare le relazioni con omologhe formazioni estere
...Si è confermata, più in generale, la spiccata proiezione internazionale delle principali formazioni d’area, con assidui e stretti rapporti con i maggiori gruppi stranieri dell’ultradestra, funzionali all’affermazione di un “fronte identitario paneuropeo”, a difesa delle radici etnico-culturali dell’Europa, di orientamento filorusso e pro-Assad e in contrapposizione alla UE, agli USA e alla NATO. Sicurezza Nazionale Relazione 2018
Il presidente Erdogan non ha usato toni pacati per condannare l'attentato di Christchurch in qualità di rappresentante e difensore dei musulmani nel mondo.
Molto più di quanto il suo ufficio stampa ha riferito.
Ha colto un'opportunità per conquistare consensi sul fronte interno e infiammare gli animi delle comunità turche in Europa. In Paesi come la Germania, dove cioè sono in numero considerevole, tornano sempre utili per fare pressione sul governo.
Al di là delle reazioni scontate all'interno delle carceri o in rete, è interessante notare come invece l'occasione è stata sfruttata nell'arena jihadista siro-irachena non tanto per incitare a violenza ed attentati. Giuristi di peso come Shaykh Abu Qatada hanno piuttosto posto l'accento sulla impossibilità per i musulmani di integrarsi in occidente vista la chiara ostilità manifestata contro l'Islam. Non contro il terrorismo. Si è trattato di un intervento non solo in ottica di reclutamento, ma anche per modellare i rapporti non ufficiali che le formazioni jihadiste mantengono con gli emissari dei governi occidentali.
Il contesto politico è di fondamentale importanza per la genesi e l'evoluzione dei fenomeni legati all'eversione interna. In Italia attualmente la stabilità di governo e le tematiche legate alle elezioni europee sono i fattori che maggiormente possono incidere sul destino dei gruppi che si riconoscono nella destra radicale.
Ha ragione il ministro Salvini quando afferma che il terrorismo di matrice fondamentalista richiede un'attenzione particolare rispetto all'estremismo di destra. Numeri alla mano (attentati, morti, radicalizzati, foreign fighters) al momento la destra radicale non appare insidiosa allo stesso modo di Daesh e Al Qaeda. Nel contesto della conferenza stampa in prefettura a Napoli il pensiero del ministro ( una sintesi delle valutazioni offerte dagli apparati di sicurezza) è stato frainteso.
Lupo solitario tra virgolette, retorica del noi contro voi, inspired attack (Owens/Breivik-Al Adnani), viaggi in Paesi governati dalla Sharia o dove l'Islam è motivo di controversia (Pakistan, Francia), tanto Internet, livello culturale medio-basso (non sempre ma spesso).
Diversi studi hanno messo da tempo in evidenza la specularità tra ideologia ultraconservatrice e una certa interpretazione del wahabismo. Due facce della stessa medaglia.
La politica ha il compito di intervenire sia sul piano della prevenzione che del contrasto.
Un soggetto come Tarrant non sarebbe sfuggito a polizia postale, Digos e Aisi.
Se il MIT avesse ricevuto una segnalazione dalla controparte neozelandese, anche in un anno impegnativo come è stato il 2016, lo avrebbe fermato e forse oggi staremmo a discutere di altro.
Per troppo tempo certa politica, non solo in Australia e Nuova Zelanda, ha chiuso un occhio sulle attività portate avanti da determinati gruppi dentro e fuori da Internet, poichè tornava comodo o era troppo laborioso occuparsene.
Per evitare derive pericolose bisogna uniformare le attività di contrasto ed usare un linguaggio dai toni decisi ma anche inclusivi.
Il ministro Salvini in questo senso, vista la sua attitudine al confronto nel rispetto di principi e programmi, può fare la differenza.
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