Mi piace il vissuto di Carta che del “dentro” dovrebbe sapere quasi tutto.
Vediamo se il fuori – trascurato dalla gestione Manenti al punto che la Libia è tornata a essere terra di conflitto tra bande e che in Egitto si è massacrato il nostro compatriota Giulio Regeni certi che nessuno lo avrebbe vendicato – diventa centrale per un’agenzia di intelligence che di quello si deve interessare. Dimenticavo: anche di Nigeria e di maxi tangenti intorno alla concessione 245 e perché no, del riciclaggio di Stato attraverso il gioco d’azzardo.
Buon lavoro, ripetiamo, generale Carta.
leorugens nov 2018
Il generale Manenti si è impantanato nei rapporti con la politica che è alla fine quella, non dimentichiamolo, che dà indicazioni sulle questioni delle quali si occupa un'agenzia come l'Aise.
Non è mai riuscito a trovare la quadra con i governi di centro sinistra che lo hanno portato ai vertici. E ancor meno è riuscito ad entrare in sintonia con il governo del cambiamento.
Tutto ciò ne ha compromesso l'interlocuzione sul fronte interno (lui che conosceva gli ingranaggi della macchina) e non ha fatto brillare di molta luce l'operato dei suoi uomini che si è invece rivelato decisivo in diverse occasioni.
Il fatto stesso che si continui a parlare di Giulio Regeni mentre nessuno chiede più la verità sull'omicidio di Giovanni Lo Porto, fa capire poi come in questo Paese non si abbiano ancora le idee tanto chiare sul lavoro d'intelligence e sulle responsabilità della politica.
In Libia ci sono tre questioni da risolvere : la stabilità politica, il flusso di migranti e la deriva islamista. In mezzo ci sono petrolio e affari. Si tratta di questioni tutte strettamente collegate tra loro ma che interessano in maniera differente gli attori stranieri.
I nuovi vertici dei servizi, in apparenza in maggiore sintonia con il nuovo governo, potrebbero trovare una soluzione o una via di mezzo migliore di quello che abbiamo visto finora.
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