mercoledì 28 novembre 2018

Da Clouseau a Bond

Fuoriclasse. Geniale e illuminato.
Penalizzato dal fatto di non essere un grande comunicatore.
E' un profilo sintetico e calzante che mi fece uno dei suoi pupilli nel bel mezzo di una tempesta mediatica che ogni tanto ne accompagnavano le dichiarazioni quando era a capo della polizia.
Memorabile quella del "cretino" al poliziotto calpestatore. In quell'occasione, come in tante altre, probabilmente fu anche troppo tenero.
Il fenomeno degli inciampi dialettici non si è ripetuto dopo l'ingresso ai servizi.
Non perché ci sia stato qualche scudo particolare a proteggerlo.
Ma perché il direttore del Dis ha il grande pregio di fare tesoro delle esperienze passate e di studiare persone e situazioni per correggere e migliorare.
Se è vera quella storia che il generale Manenti si sarebbe sobbarcato l'onere dei trenta più uno, solo perché aveva bisogno di qualcuno in grado di individuare e svelare trame oscure contro di lui ordite, sarebbe bastato suonare alla sua porta. Chi ha avuto la possibilità di lavorare con il prefetto Pansa fa racconti da romanzo sul modo in cui scovava i criminali.
Meticoloso e fantasioso. Attento a ogni dettaglio e angolazione.
Difficile sfuggire alle sue trappole.

Ai servizi d'informazione ha portato questo e tanto altro.
La capacità d'innovare. Di capire i mutamenti che attraversano un'epoca e le misure necessarie ad affrontarli. Ma soprattutto il modo in cui un leader deve rapportarsi agli scenari in cui si muove. Il direttore ha fatto da guida ai suoi uomini e anche al potere politico al quale doveva rendere conto. Li ha orientati senza imporsi. Difficile immaginarselo a leggere il giornale a metà mattina nei ritrovi delle spie a Monti nei mesi a venire. Qualcuno troverà il modo di tenerlo occupato e di avvalersi dei suoi preziosi consigli.


Foto polizia di stato, sicurezza nazionale

Nessun commento:

Posta un commento