Ma questa volta qualcosa di diverso potrebbe esserci davvero: una forma più organica e politicamente impegnativa del nostro disegno, che porterebbe, a quanto è dato comprendere, a perseguire la normalizzazione con la Russia sostanzialmente a titolo nazionale, anche al di fuori del coordinamento atlantico e del consenso europeo, che da parte italiana si potrebbe anzi provare a bloccare unilateralmente. Allo stesso tempo, cercando sponde fruttuose alla Casa Bianca. Una linea di politica estera in definitiva non del tutto scevra dal consueto, ma portata avanti dal Governo in modo più concludente e originale.
Ambasciatore Giampiero Massolo
L’aspetto preoccupante dell’escalation odierna delle tensioni tra Iran e Stati Uniti è che l’amministrazione Trump, al di là dell’influenza e delle mosse suggerite dai governi israeliano e saudita, non ha alcuna strategia attraverso la quale gestire un eventuale conflitto.
Molta retorica e campagne d’influenza, ma poche idee e confuse.
In questo contesto può inserirsi l’Italia sfruttando le buone relazioni esistenti su più fronti con Russia e Iran. Una sponda russa di avvicinamento ai circoli che contano della nuova amministrazione americana può essere d’aiuto nella costruzione di un rapporto stabile e proficuo nel lungo periodo con il presidente Trump e i suoi collaboratori più fidati.
Al tempo stesso verrebbero a crearsi, sia con l'Iran che con la Russia, dinamiche svincolate da altri ambiti e che permetterebbero di amministrare al meglio alcuni dossier d'interesse comune.
Si tratta di elaborare un piano dettagliato che tenga conto dello scenario nel suo complesso e dei protagonisti. L’Iran è una galassia multiforme ma ben strutturata.
Nessuna delle sue componenti va esclusa.
Militari, establishment religioso, governo.
Sono tutti parte del congegno attraverso il quale la rivoluzione si rigenera nel tempo e nella quale la gente si riconosce.
Un ruolo da mediatore in questo momento così delicato, permetterebbe all’Italia di porsi in maniera significativa e stabile in quello che potremmo definire come una sorta di nuovo ordine mondiale.
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