Finchè non viene toccata l'intelaiatura del potere di Putin, nulla può danneggiarlo più di tanto.
Figurarsi la cacciata di qualche diplomatico.
Si tratta anzi di un'azione che lo rafforza nei legami con i suoi circoli più stretti, poiché gli consente di arroccarsi sulle proprie posizioni.
L'incontro con Tamim bin Hamad potrebbe indurlo a pensare ad un fronte comune che deve per forza di cose includere anche la Turchia. Mossa difficile al momento.
L'emiro ha dalla sua gli investimenti nel settore energetico russo e il ruolo in Siria.
Deve comunque aspettare il viaggio a Washington prima di optare per eventuali rotture definitive all'interno dello scacchiere del Golfo.
Foto Kremlin.ru
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