domenica 25 marzo 2018

Consapevole

Il magistrato esclude che sia stata plagiata: «Era pienamente consapevole di intraprendere un viaggio in Siria, con l’intento preciso di prendere parte ad atti terroristici». Una volontà di «servire l’isis» che fu «lucida e precisa». 

«Presenterò ricorso in Appello - replica l’avvocato Andrea Niero - perché resto convinto che non sia stata provata fino in fondo neppure l’effettiva presenza in Siria di Meriem». corriere

Oh Allah,
se questo stato è fatto da khawarij, allora distruggilo, uccidi i suoi capi, fai cadere il suo vessillo, guida i suoi soldati verso la verità.
Oh Allah,
se questa è una nazione dell'Islam che governa in base alle Tue leggi e secondo la tradizione del Profeta (pace e benedizioni su di lui), e porta avanti la jihad contro i tuoi nemici, allora mantienilo saldo, rafforzalo, sostienilo, concedigli autorità sul territorio che governa, e rendilo guida sulla terra secondo la metodologia profetica.
Oh Allah,
occupati di chiunque ha rotto i ranghi dei combattenti nel Tuo nome, frammentato le loro parole, compiaciuto i miscredenti, adirato i credenti, e posto un freno alla jihad per molto tempo. 
Shaykh Abu Muhammad Al Adnani (Allah ne abbia misericordia)

L’avvocato Niero ovviamente parla da difensore.
Ma c’è differenza tra esprimere dubbi ed invece essere poco convinto del fatto che Meriem sia o fosse effettivamente in Siria. Sorge lo stesso interrogativo del caso di Valbona Berisha in apparenza sparita nel nulla. Le informazioni non sono condivise o non si è in grado di utilizzarle e fare valutazioni?

Ovunque sia Meriem, si deve essere resa conto del fatto che Daesh non è Islam.
Allah Onnipotente e Misericordioso negli ultimi due anni ha risposto molto chiaramente, e in maniera dettagliata, alle invocazioni di Shaykh Al Adnani (Allah ne abbia misericordia).
Quello che il pubblico ministero identifica come purificazione, non è altro che una serie di azioni tese a farsi perdonare l’inadempienza.
Quando un musulmano tralascia i doveri religiosi, cosa che spesso accade alle seconde generazioni cresciute in famiglie d’immigrati che una volta approdati in Occidente sono troppo occupati a integrarsi e perdono il senso della religiosità, deve innanzitutto tornare a pregare (soprattutto le preghiere facoltative).
Deve riprendere quanto tralasciato tra gli obblighi dettati dal Corano e dalle tradizioni profetiche. Bisogna inoltre che ecceda in atti di generosità e bontà e in donazioni caritatevoli.
Alla fine non rimane che sperare nella compassione immensa di Allah Onnipotente.
Meriem ha evidentemente investito i suoi sforzi in tutto questo, ma seguendo le indicazioni di Al Baghdadi e Daesh come emerso dai racconti delle compagne.
Si può essere d’accordo sul fatto che sia andata con il preciso scopo di tagliare teste piuttosto che di combattere per la libertà dei siriani. E per questo deve essere punita.
Ma quanto era consapevole del fatto che credeva in un Islam sbagliato?
Quanto è stato fatto per metterla in guardia dalle insidie di Internet in relazione anche alle conseguenze giudiziarie delle sue scelte?
E’ auspicabile che i soggetti con il suo profilo siano tenuti lontani dall’Europa, poiché a dispetto delle chiacchiere non abbiamo in concreto i mezzi per riabilitarli.
E’ altresì opportuno che non rimangano vivi in area siro-irachena dove, così come già accade, sarebbero usati per combattere o come merce di scambio con i governi occidentali.
Qualora però tornassero, bisogna concedere loro un giusto processo e le attenuanti del caso.
Questi ragazzi non hanno avuto modo di studiare l’Islam per quello che è.
Una religione semplice, come ha detto Mohammed bin Salman.
Ma soprattutto non sono stati messi in guardia, così come accade nelle scuole a proposito di bullismo, pedofilia e sexting, dai pericoli della rete. Internet è stato per Daesh, più che per altri gruppi terroristici, un formidabile mezzo di propaganda.
Nessuno ha spiegato loro per quale motivo una partenza verso le aree di guerra può determinare un’accusa di terrorismo.
Ci sono responsabilità che famiglie, amministrazioni locali, comunità religiose e il governo devono assumersi. Su questi ragazzi si è molto lucrato perché sono stati oggetto di discussione ai convegni organizzati da lobby e think tank. L'antiterrorismo nell'era di Daesh ha prodotto consensi a vari livelli.
Ma nessuno ha mai fatto niente per questi ragazzi o per quelli che sono rimasti.

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