L'analisi dei telefoni ha permesso agli esperti della polizia delle comunicazioni di acquisire elementi che sembrerebbero evidenziare da parte dell'arrestato pregressi scambi, con altri utenti, di foto e video che ritraevano minori coinvolti in attività sessuali esplicite attraverso alcuni social network. Nei confronti dell'uomo erano in corso accertamenti nell'ambito di una più ampia indagine della Procura distrettuale antimafia.
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Io credo che alla fine in una indagine tipo come quella condotta dalla squadra della dottoressa Narciso, la questione della crittazione, sulla quale non mi pare si siano finora espressi i vertici della polizia postale (forse dovremmo chiedere a Bianconi) sia un falso problema.
Si giunge allo smartphone dopo aver utilizzato tutto quanto messo a disposizione dalle intercettazioni condotte in base alle normative vigenti e si può comunque accedere al cloud con un mandato presentato alla Apple.
Non è poca cosa come Comey e i suoi ragazzi vorrebbero farci credere.
Viene il dubbio però che quel mandato da esibire ora direttamente all'indirizzo del pedofilo, non gli aprisse altre porte.
Giunge anche notizia dall'Inghilterra del piagnisteo via FT del direttore novello del GCHQ, un uomo la cui agenzia ha da farsi perdonare tanto altro e che quindi parte all'attacco.
Che i social network siano ormai un refugium peccatorum per terroristi e quant'altro lo si sapeva già.
Che gli spioni si approfittino per spiare anche noi onesti si sapeva anche quello.
E' bene che mister Hannigan si ingegni innanzitutto per ricostruire la credibilità di una istituzione caduta in disgrazia e poi per trovare mezzi leciti per correre appresso ai delinquenti.
A fare la spia in rete bypassando le leggi siamo bravi tutti.
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