Per un volo in notturna non c'era bisogno di alzatacce. Lui si era svegliato prima del solito per programmare la giornata.
Un agente segreto è addestrato per affrontare gli imprevisti. Una strategia solida impone comunque programmazione.
Sistemò i telefoni. Adorava i suoi Samsung. Serie Note ed Esse.
Un agente segreto deve tenere il mondo nel palmo della mano. Il mondo passa attraverso la comunicazione. Riservata e silenziosa. Pur sempre in una mano. Per un periodo aveva provato il tabs. Lo usava nei weekend. Troppo grande. Gli faceva sfuggire il mondo di mano.
Anticipare le mosse dell'avversario anche senza conoscerlo. Capire all'istante quando un amico può trasformarsi in nemico e viceversa. Lambire i pensieri dell'altro rimanendo nell'ombra.
Aveva trascorso l'estate a studiare il profilo dello sceicco del jiu-jitsu. Soldati, cyber, infrastrutture. Un tipo polivalente. Praticava uno sport che era una filosofia di vita.
Quello studio prima o poi gli sarebbe tornato utile.
Era solito approfittare delle pennichelle dell'anziano direttore per dare un'occhiata in giro. Sarebbero tornati in giornata.
Quelle giraffe del parco zoo facevano al caso suo. Le avrebbe sistemate all'ingresso di Forte Braschi. Si teneva informato sul progetto del clone di mammuth. Andava a rilento. Nel frattempo lui stava pensando a come piazzargli nello stomaco i progetti della piscina.
Un brivido lungo la schiena.
Mentre atterravano vide un aereo del Qatar sulla pista adiacente.
Quella donna lo perseguitava. Sapeva di essere irresistibile, ma non aveva intenzione di cedere all'amore. Un agente segreto non deve rimanere ostaggio dei sentimenti.
Il suo mestiere era di liberare ostaggi. Non di diventarlo.
L'agente di blu vestito chiuse gli occhi e sospirò. Era il ministro. Lei non c'era.
Un giorno magari avrebbe preso in considerazione l'idea di innamorarsi.
Magari da pensionato avrebbe aperto anche uno zoo.
Nel vocabolario di un agente segreto in servizio non c'è spazio per la parola "magari".

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