martedì 9 gennaio 2018

Due per una poltrona

But as far as Europe is concerned, the geopolitics of this might be significantly more straightforward. Moving swiftly and decisively behind Haftar could help end the civil war and secure the Libyan sea border from the refugee flows. And if done well, it might even attract Haftar out of Putin’s sphere of influence, if Haftar’s new Libyan administration is given due support and access to Europe’s energy markets. Whether Europe’s leaders will be as quick to pursue this window of opportunity as they were to bomb Libya during its Arab Spring uprising against Qaddafi remains to be seen.
al arabiya Jan 2018

Quello di inviare messaggi agli interlocutori istituzionali esteri, attraverso i propri giornali e analisti, è da sempre il modus operandi dell'apparato diplomatico saudita.
E' passato alla storia il famoso editoriale nel quale Nawaf Obeid, prontamente "fatto dimettere" dal nuovo arrivato Turki al Faisal (almeno nella forma molto più colomba che falco rispetto al predecessore Bandar bin Sultan), prospettava scenari inquietanti se gli americani avessero lasciato l'Iraq come paventato al termine della prima fase della guerra e in attesa delle elezioni. Le truppe saudite, eventualmente accorse per rimpiazzarli, avrebbero potuto unirsi alle milizie locali al soldo degli stessi sauditi, rischiando l'aggressione nei confronti degli assetti occidentali rimasti in zona.

A metà dello scorso anno, mentre si rincorrevano le voci sulla volontà di emiratini e sauditi di scaricare Haftar, partiva la campagna stampa di appoggio alla candidatura di Saif al Islam. Lo stesso Haftar nel corso di una sua visita in Francia non si dichiarò contrario all'ingresso in politica del giovane. A testimonianza del fatto che ci devono essere stati contatti ad alto livello per vagliare l'ipotesi, a Dicembre un articolo su Al Arabiya, seppure in maniera scettica, poneva sul tavolo delle opzioni proprio una possibile presidenza targata Gaddafi. A quel punto Haftar deve aver capito che non ci sarebbe stato spazio per una collaborazione e si è dato da fare per perorare la propria causa. Al Arabiya infatti ha parzialmente cambiato idea puntando per ora sul male minore.
Così, dopo aver incaricato Al Mismari di presentare pubblicamente la sua disponibilità e la convinzione che le elezioni fossero parte della propria agenda, nell'intervista pubblicata ieri, oltre alla solita litania sul secolarismo tanto caro a Macron, il vulcanico generale ha demolito Gaddafi definendolo inadatto e sottolineando che non può contare sul supporto della gente.
E ovviamente non ha avuto parole di elogio per il governo di Serraj.
In giornata è partito per un viaggio a sorpresa verso Abu Dhabi.
La gara pare ancora aperta e si gioca tra la Francia (dove si recherà in visita ufficiale il prossimo mese Mohammed bin Salman) e il Golfo.

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