giovedì 28 dicembre 2017

Unless my life is over

Amir Deghayes è la migliore arma di propaganda in possesso di Hayat Tahrir. Sin dai tempi di Nusra, pur gravitando nelle sue orbite, si è sempre dichiarato non affiliato ad alcun gruppo e devoto alla causa di liberazione della Siria nel nome di Allah.
Probabilmente per tenersi lontano dalle beghe interne e dalle designazioni terroristiche.
Un altro personaggio molto famoso nell'arena virtuale è Abu Saeed Halabi. Si tratta di un olandese che non ha mai fatto mistero del suo attaccamento alle radici qaediste, anche in chiave anti-occidentale, e che però lavora in maniera sotterranea. Si fa vedere ogni tanto sui social, giusto il tempo di allargare la rete di contatti presumibilmente alla ricerca di finanziamenti e reclute o per fare un po' di propaganda presso giornalisti e analisti di think tank disponibili, per poi scomparire di nuovo.
In questi giorni, che sembrano segnare la fine delle speranze di liberare la Siria dalla dittatura, vista la scarsa adesione dei combattenti in attesa di eventuali sviluppi positivi a Ginevra, sono entrambi tornati in circolazione. Abu Saeed è riapparso su Telegram per promuovere le battaglie dei mujahedeen e Amir si è riaffacciato nella veste multipla di combattente, marito e padre.
Una mossa azzeccata che difficilmente però potrà cambiare il destino amaro riservato alla Siria.

اَللّٰهُ أَعْلَم

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