lunedì 17 novembre 2014

Crazy ghost hacker (anonghost)





Anonghost è un gruppo di hackers molto eterogeneo costituito da una quindicina di elementi per la maggior parte del nord Africa ma provenienti anche da Europa (Irlanda) ed America capeggiati da un tipo che si fa chiamare Mauritania attacker administrator.
Nascono come attivisti che si battono per la Palestina e quindi principalmente contro Israele e l'America.
Hanno come obiettivo quello di smantellare le trame di questi Paesi e dei loro alleati.
L'anno scorso annunciarono attacchi massicci ai siti delle aziende petrolifere americane e saudite che però incontrarono scarso successo.
Sostengono che il loro hackeraggio (manual hacking) è molto semplice se comparato a quello di Anonymous di cui non condividono gli ideali e le modalità di azione.
Finora hanno colpito siti governativi in tutto il mondo allo scopo di danneggiarli sottraendo dati e comunicazioni importanti.

La denominazione Isis dell'istituto di Pordenone non dovrebbe essere la ragione per la quale esso è stato colpito, come sosterrebbero Digos e polizia postale.
I membri di Anonghost non sono tutti musulmani e la causa religiosa finora non ha costituito un loro cavallo di battaglia.
Mai dire mai però ...







Non mi pare che la notizia sia stata data dalla stampa italiana e forse i libici nemmeno hanno avvertito le nostre autorità, ma il 12 novembre il sito dell'ambasciata libica in Italia ha subito un defacing proprio ad opera di anonghost.
E' stata usata una foto ormai storica di Jihadi John mentre pronuncia la frase I am back kuffar e questa ricorre nelle loro operazioni.
In più sul sito dell'ambasciata c'era una scritta che potrebbe preoccupare :
morte al governo italiano.
A giudicare dalla storia di questo gruppo sembrerebbe l'ennesima goliardata tra virgolette.
Non dovrebbe trattarsi di persone interessate a compiere atti violenti tantomeno che supportano Isis ma hanno bisogno di proporre il loro messaggio con forza.
E purtroppo il terrorista inglese ben si presta a questo tipo di operazione.

Anche questo è un esempio di come potrebbe evolvere il panorama digitale in favore di Isis.
Per adesso non c'è nulla di preoccupante ma la guardia non va abbassata.

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